guida all'acquisto del pellet
Il pellet: guida all?acquisto
Diffusissimo in ormai tante case, il pellet è diventato un ottimo alleato per il riscaldamento delle proprie abitazioni. Semplice, economico e soprattutto ecologico: la sua diffusione negli ultimi anni ne ha certificato il successo commerciale su larga scala: sul mercato se ne trovano di tantissimi tipi e qualità e non sempre la scelta del miglior pellet è semplice.
Ecco una pratica guida all?acquisto.
Partiamo dalle basi: cosa si intende e come viene prodotto il pellet?
Spiegandolo in maniera semplice, si tratta di un composto ottenuto comprimendo attraverso un processo meccanico la segatura del legno. Così facendo si ottengono dei piccoli cilindri solitamente dal diametro di 6-8 mm. In questo modo gli scarti che in passato venivano utilizzati solo in parte o buttati, oggi sono riutilizzati al 100%.
A livello industriale, il pellet si realizza grazie allo sfruttamento di residui agricoli o scarti che provengono da altre lavorazioni di legname ma si può produrre anche in maniera più artigianale con gli scarti della segatura e del cippato. Dopo aver selezionato la materia prima, il passaggio successivo consiste nell?essiccamento e nella pulizia dalle impurità: per ottenere un pellet di qualità, in questa fase è molto importante l?accuratezza.
La fase successiva riguarda la compressione meccanica della materia prima che avviene grazie a un sistema di cilindri che, dopo aver compresso il materiale, lo fa passare attraverso alcuni fori con dimensioni dai 6 agli 8 mm: il legno così macinato riesce a raggiungere temperature altissime grazie alle quali viene rilasciata la lignina che funziona da collante naturale tenendo insieme i pellet.
L?ultima fase vede il raffreddamento del pellet che è quindi pronto per essere confezionato e messo in vendita.
Nella scelta del miglior pellet dobbiamo prestare attenzione ad alcune caratteristiche fondamentali: il potere calorifico, i residui di cenere, il tasso di umidità e le certificazioni di qualità. Importante ricordare che tali indicazioni devono essere presenti e ben leggibili nell?etichetta del prodotto.
Con potere calorifico si intende l?energia che si ricava dalla combustione del pellet. Se il potere calorifico è alto, allora si tratta di un pellet di qualità, in termini di combustione e di calore generati.
Un buon valore potere calorifico si aggira intorno ai 4,5 ? 5 kWh/Kg.
Prestiamo particolare attenzione a questo valore: spesso un pellet economico ha un potere calorifico molto basso, producendo quindi meno calore e rendendo spesso necessario aumentare la potenza della stufa, con conseguente aumento dei consumi.
Altra caratteristica alla quale prestare attenzione nella scelta di un buon pellet è la percentuale di residuo fisso: se il prodotto è di qualità questa è molto bassa, sempre inferiore all?1%.
Il residuo di cenere è la sporcizia che si crea all?interno della stufa in seguito alla combustione. Un pellet di bassa qualità ne produce tanta: ciò può portare ad un intasamento del braciere ma soprattutto porta a una pulizia frequente e snervante.
Attenzione anche al tasso di umidità: esso deve sempre essere inferiore al 10%.
Perché? Semplice: più umido è il pellet, minore potere calorifico avrà. Spesso un pellet umido (quindi di scarsa qualità) è anche ricco di resine, che durante la combustione si attaccano alle pareti della stufa e alla canna fumaria e sono difficilissime da rimuovere.
Certificazioni di qualità
Sebbene non esista un vero e proprio obbligo di certificazione, questa rappresenta la caratteristica forse più importante: un buon pellet riporta sempre sull?etichetta gli estremi delle certificazioni di qualità. Quali sono?
La certificazione di qualità più diffusa in Italia e in Europa è ENplus. Basata sulla norma EN 14961-2, ha il fondamentale vantaggio di valutare gli standard qualitativi lungo tutta la filiera del pellet, dalla provenienza del legno alla produzione del pellet, passando per lo stoccaggio e il trasporto, fino alla distribuzione finale.
Riconoscere la certificazione è molto semplice perché ogni sacco riporta sull?etichetta il marchio di qualità, costituito dal marchio di certificazione e da una delle tre classi di qualità ENplus:
Assieme al marchio, inoltre, dovrà essere presente anche il codice identificativo.
I legni più utilizzati per realizzare il pellet sono il faggio e l?abete. Quale è meglio?
Hanno certamente caratteristiche diverse ma sono entrambi due ottime essenze con un potere calorifico molto simile. Una condizione però è necessaria: il pellet deve essere fatto con legno vergine che ha subìto unicamente trattamenti di tipo meccanico: non deve contenere sabbia o composti chimici come residui di vernici, colle o impregnanti che bruciando potrebbero essere realmente nocivi.